Mi sono riletto l'articolo e non mi trovo d'accordo con il pessimismo che lo pervade.
E più in generale mi sembra di vedere teorizzata l'acqua calda
Quello che ho capito: fallimento del mercato = (impropriamente) il mercato è troppo inefficiente nel servire il benessere pubblico
Si dimostra nella seconda parte dell'articolo (modello di Arrow) che l'innovazione introdotta, sia in regime di concorrenza perfetta che di monopolio, non massimizza il benessere sociale.
OK, e allora?
Non vedo perché questo debba essere chiamato un "fallimento"
Nella stessa trattazione del modello risulta evidente come in conseguenza di una nuova scoperta le aziende realizzino maggiori guadagni, in entrambi i regimi di mercato.
Ed infatti l'innovazione procede spedita come un treno.
E' vero, potrebbe andare più veloce, per massimizzare il benessere sociale, ma questo non interessa alle aziende perché non massimizzerebbero i loro guadagni. Non mi sembra un modello fallimentare.
Magari un modello con dei limiti fisiologici.
Vero, le sovvenzioni pubbliche potrebbero contribuire a migliorare la situazione.
Se dovessi riassumere l'articolo direi:
-) l'innovazione conviene alle aziende e a chi fa la scoperta
-) l'innovazione conviene anche alla comunità ma non si ottiene mai il massimo perché è in contrasto con la convenienza aziendale (che ricordiamo fa ovviamente i propri interessi in quanto "privata" )
-) se lo stato aiuta la ricerca allora la comunità ottiene un beneficio ancora maggiore
e serviva Arrow per dimostrare una tale evidenza?
Come avete certamente capito io e gli economisti non siamo proprio in simbiosi