Le prime applicazioni su larga scala in questo settore avvengono in Italia negli anni '70 complice la crisi petrolifera tanto che vennero installati nelle aziende zootecniche circa un centinaio di impianti. All'epoca però molti impianti vennero abbandonati a causa della scarsa affidabilità e dalla non facile sostenibilità economica.
Oggi tuttavia il continuo aumento del costo del petrolio e la pressante necessità di contenere i gas serra hanno risvegliato l'interesse per questa tipologia di fonti energetiche.
Il biogas è composto essenzialmente da metano (70-55%), anidride carbonica (25-35%) e altri gas come acido solfidrico, azoto, acqua e ossigeno. Esso si ottiene dalla fermentazione anaerobica ad opera principalmente di
metanobatteri
delle deiezioni animali e/o da biomassa di origine agricola (principalmente insilato di mais).
Un impianto per la produzione di energia elettrica da biogas è composto essenzialmente da:
- Un sistema di carico che permette di caricare la biomassa da "digerire";
- Un digestore anaerobico, una sorta di grande silo a tenuta stagna e isolato termicamente (la digestione avviene intorno a 40 °C e a scaldare il tutto ci pensa l'acqua del motore endotermico);
- Un sistema per la compressione e la delsoforizzazione del biogas;
- Un motore (di solito diesel agricoli/industriali/navali modificati) collegato ad un alternatore per la produzione di energia elettrica.
Dopo questa premessa tecnica vi vorrei parlarle un po di quelli che sono i vantaggi e gli svantaggi di queste fonti energetiche.
Tra i pro vi è sicuramente l'impatto ambientale pressochè nullo, infatti la CO
2 emessa è quella assorbita dalle piante durante il loro normale sviluppo vegetativo, inoltre essi possono rappresentare un integrazione al reddito delle imprese agricole. Bisogna considerare inoltre che grossi quantitativi di di liquami stoccati normalmente (per aziende di medie dimensioni si parla di migliaia di m
3 emettono naturalmente CH
4 in atmosfera che con questa tecnologia abbiamo la possibilità di catturare e utilizzare. Un ultimo aspetto di notevole importanza (per chi vive nei pressi di zone vocate all'allevamento) è la totale deodorizzazione dei liquami e la loro stabilizzazione microbiologica, purtroppo però non vi è un abbattimento del carico azotato principale responsabile del eutrofizzazione dei suoli e delle acque superficiali.
Come dicevo nell'altro tread non è tutt'oro quel che luccica...per sfortuna i liquami sono materiali già pre-digeriti che hanno una resa energetica piuttosto bassa ed è necessaria una certa integrazione della dieta dei nostri buoni metanobatteri, per un impianto di piccole dimensioni (75-100 kw) si parla di 10 ha di trinciato di mais ( = amido = maggior energia), il punto è che buona parte degli impianti oggi funzionanti son di grandi dimensioni (500 kw 1 Mw) e funzionano principalmente a mais e necessitano di centinaia di ettari di mais tutto mais che viene sottratto all'alimentazione umana e zootecnica. Se considerate che l'Italia è un paese deficitario dal punto di vista cerealicolo e che è costretta a importare elevatissimi quantitativi di cereali dai paesi est-europei (trasporto principalmente su gomma) e se considerate inoltre che grossi impianti si stanno diffondendo a macchia d'olio in pianura padana risulta che saremo sempre maggiormente legati all'import con tutto quel che ne consegue come il costoso e inquinante trasporto su gomma di sempre maggiori quantitativi di cereali spesso dalla qualità molto dubbia. A questo aggiungeteci che si sono tuffate nel settore agroenergetico società con meri fini speculativi (il tempo di rientro economico di un impianto da 1 Mw è di 4-5 anni) che stanno fagocitando buona parte dei comprensori maidicoli Italiani mirando alla cosiddetta tariffa omni-comprensiva (un pò come il fotovoltaico sui terreni agricoli).
Da parte mia un sì incondizionato a impianti che utilizzano principalmente scarti di origine agricola (liquami partite di cereali non vendibili) o industriale (scarti dalla spremitura della frutta) o anche dal residuo umido dei rifiuti o ancora dai residui dei depuratori ma per l'amor di Dio non buttiamoci dentro la pastasciutta con tutto il piatto (in senso figurato).
Ultima nota in Germania si è già passati ad immettere il biogas direttamente nella rete del metano e ad un corso post laurea un docente ci raccontava di come i rifiuti ospedalieri vengano pastorizzati e passati nel biodigestore, tipica mentalità teutonica molto pratica della serie tutto fa mucchio anzi no ENERGIA!