La ricostruzione in 3D dell'enzima integrasi porterà a farmaci sempre più mirati
giovedì, 4 febbraio 2010, 0:00Scienza e tecnologia867 visiteCommenta
Un modello tridimensionale dell'integrasi (da
www.galileonet.it)
E la notizia del momento. Una scoperta di fondamentale importanza in campo medico, che raccoglie i frutti della ricerca su una malattia ormai ventennale che azzera le difese immunitarie: nella lotta per combattere lAids o rendere sempre migliori le prospettive di vita degli ammalati una tappa imprescindibile è la recentissima scoperta di un enzima in grado di bloccare selettivamente il retrovirus.
Il microscopio dei ricercatori dellImperial College di Londra e dellUniversità di Harvard ha estratto dal cilindro una scoperta che potrebbe rivoluzionare le attuali terapie anti-Hiv e portare la speranze agli oltre trenta milioni di persone colpite nel mondo.
E se proprio non si è trovato il rimedio per sconfiggerlo, sta avanzando spianato il percorso che porta a cure sempre più specifiche e mirate, che diano sempre minori effetti collaterali ed agiscano solo sul retrovirus e sui suoi meccanismi replicativi.
Questa volta sotto la lente dingrandimento è finita lintegrasi, proteina tramite cui lHiv incolla il proprio codice genetico nel soggetto infetto, che può così replicarsi e poravvivere allinterno del corpo umano.
Lo studio, oggetto da molti anni di tentativi non riusciti completamente, è finanziato dal Medical Research Council britannico e dai National Institutes of Health (Nih) americani: sul mercato esistevano già farmaci antiretrovirali capaci di bloccare selettivamente lintegrasi, ma non cera sicurezza sul meccanismo con cui agissero.
Ora, la realizzazione di una copia cristallina dellintegrasi di alta qualità in tre dimensioni dopo decine di migliaia di esperimenti che hanno fornito appena 7 tipi di cristalli ha permesso di svelare ulteriori preziosi meccanismi, e soprattutto la reale struttura della proteina è apparsa diversa rispetto a quella ipotizzata in passato, e pertanto nuove teorie (e certezze) sono emerse di conseguenza. Come ad esempio la calibrazione di nuove terapie anti-integrasi per bloccare la replicazione dellHiv, ora che la struttura del tramite del retrovirus nel soggetto malato è nota.
MILANO scoperta nuova molecola
I ricercatori dell'Università degli Studi di Milano hanno sintetizzato in laboratorio una nuova molecola capace di bloccare la trasmissione del virus Hiv nell'uomo. La scoperta, fatta in collaborazione con il Centro Csic di Siviglia e l'Istituto Ibs di Grenoble, potrebbe in futuro portare a un farmaco capace di evitare che l'infezione dell'Aids si propaghi. La molecola anti-Hiv creata in provetta è simile agli zuccheri presenti sulla superficie del virus, e per questo motivo viene riconosciuta da una 'proteina-recettorè presente nelle cellule del nostro sistema immunitario: in questo modo, le 'sentinellè dell'immunità si legano ad essa e bloccano l'ingresso del virus attraverso le mucose del corpo. «I risultati preliminari - spiegano i ricercatori - indicano una buona efficienza della molecola contro ceppi virali diversi, e lo studio pone le basi per lo sviluppo e l'ottimizzazione di nuovi farmaci virali ad uso locale». Il lavoro è stato pubblicato dalla rivista Acts Chemical Biology, e sull'uso della molecola è già stata depositata una domanda di brevetto europeo da parte dei tre Istituti.