Massimo76 ha scritto:
Gaspanet ha scritto:
r3venge ha scritto:
posso chiedere a cosa serve aderire all'appello? a quali risultati porterà?
scusate l'ignoranza come al solito

Ciao r3venge. In poche parole si cerca di restituire la certezza del lavoro a circa 150.000 persone... 85.000 aziende... oltre a tutto l'indotto. Il conto energia, che pianificava l'incentivo per la produzione di corrente a mezzo fotovoltaico per 3 anni, è stato cancellato in un giorno, bloccando di fatto tutti gli investimenti e paralizzando l'intero settore. Io stesso ho preventivi in mano per il mio personale impianto per casa, ma oramai sono del tutto inutili. Il gioco era bloccare tutto, riempire la testa di noi italiani con cavolate sul bisogno di costruire centrali nucleari, perchè l'energia che produciamo non è sufficente... ciò non è vero: noi addirittura in certi orari la vendiamo a Francia, Svizzera ecc.., mentre di notte la compriamo da chi la produce con il nucleare perchè, mentre le nostre centrali a carbone o gas le possiamo spegnere, quelle nucleari producono in abbondanza e la rete elettrica di Francia o Svizzera o Germania che sia non reggono questa sovraproduzione, quindi la svendono. Il disastro di Fukushima ha riacceso la paura (più che giustificata) e quindi i piani del governo se ne stanno andando in fumo, anche se stanno tentando di tutto per riproporre il nucleare più in la (vedi la possibile cancellazione del referendum di giugno). Io ero contro il nucleare e oggi lo sono ancora di più: non è la soluzione. Non è sicuro e non è economico. Basta solo sapere che ancora oggi paghiamo in bolletta per lo stoccaggio delle scorie radioattive delle nostre centrali chiuse nell' 87.... mi fermo qui... e fortuna che avevo detto in poche parole 
Noi importiamo tantissima energia elettrica dalla Francia e tu dici che siamo noi a volte a vendere energia alla Francia. Quali fonti ti sei basato??
Stiamo ancora pagando la bolletta per lo stoccaggio delle centrali atomiche chiuse nell' 87???

Ultima domanda. Mettiamo che le fonti rinnovabili saranno sufficenti, come smaltiremo i pannelli fotovoltaici una volta esauriti?
10 febbraio 2010
magazine.quotidiano....egue-indefesso-nel-centralismo-nucleare/
La Commissione di Bruxelles chiede chiarimenti sugli “oneri nucleari” – che ancora paghiamo in bolletta per la sistemazione del nucleare chiuso nel 1987 – che avrebbero distorto la concorrenza, in quando doveva pagarli Enel. La risposta è semplice: le centrali furono regalate alla “bad company” Sogin, ma questo, secondo i commenti di Bruxelles, non esime Enel dalla responsabilità sulle risorse impegnate.
13 Gennaio 2011
www.costituentecolog...ali-nucleari.html?tmpl=component&print=1
Con l'opposizione che abbiamo e la sottocultura del nostro Paese, che riattivino e costruiscano altre centrali nucleari ce lo dovevamo aspettare. Berlusconi qualche anno fa siglò un accordo con il Presidente Francese, proprio la Francia con la quale abbiamo il debito dello stoccaggio di scorie radioattive delle vecchie centrali.
Lo sapete che paghiamo una piccola percentuale del debito proprio nella bolletta dell'Enel che ci arriva a casa? Sono anni che ci stanno assillando che siamo un Paese che non riesce ad avere una indipendenza energetica, che paghiamo troppo le bollette, che siamo circondati da nazioni che hanno numerose centrali nucleari. Insomma ci stanno dicendo che siamo cretini e che oramai le centrali sono sicurissime.
14 Maggio 2010
www.dirittidistorti....italia-non-ha-bisogno-del-nucleare-.html
L’energia nucleare non ci libera dai combustibili fossili. La Francia produce il 78% dell’energia elettrica da fonte nucleare ma importa e consuma più petrolio dell’Italia, che non produce un singolo chilowattora dall’atomo. Inoltre stiamo ancora pagando, a 20 anni dalla chiusura, i costi di smantellamento degli impianti nucleari (componente A2 nella bolletta ENEL).
10 febbraio 2010
folliaquotidiana.wor...0/02/10/il-falso-mito-nucleare-francese/
Nel 2007 l’Italia ha importato complessivamente una quantità di energia elettrica pari 48,93 TWh, di cui 15,259 TWh dalla Francia [1]. Prima sorpresa: solo un terzo (il 31,2%) dell’energia importata proviene dalla Francia, la maggior parte proviene dalla Svizzera (28,86 TWh, 58,9%). L’Italia ha esportato circa 2,648 TWh, di cui 1,158 TWh in Francia. Seconda sorpresa: noi vendiamo energia alla Francia.
E ci sono fonti anche più "autorevoli" che dicono le stesse cose. Ovvero la verità.
In merito alla tua domanda sullo smaltimento dei pannelli:
Il pannello fotovoltaico è composto da silicio (chiamiamolo impropriamente sabbia per rendere meglio l’idea) e lo smaltimento avviene come per le schede dei computer o dei circuiti stampati. Non è materiale tossico, non è materiale contro natura (come invece è l’eternit).
Il pannello è rivestito da una lastra di vetro temperato, che si smaltisce come il cristallo, ed è rifinito dai profili metallici. C’è poi uno strato di EVA (Etil Vinil Acetato) che si smaltisce come si fa con le tovaglie impermeabili. Cavi e junction box si utilizzano normalmente in edilizia.
Discorso diverso, invece, quando i pannelli contengono tellururo di cadmio, che è una sostanza tossica ed altamente inquinante. In Germania, che nel settore fotovoltaico è all’avanguardia, si sono accorti che molti di questi impianti vanno sostituiti, proprio perché appare davvero illogico lavorare con filosofie ecologiche, utilizzando materiali pericolosi per la natura e per l’uomo. Le aziende che montano questo tipo di pannello si impegnano anche al relativo smaltimento, ma è un impegno rinviato di 20 anni.
Un’ultima considerazione: perché mai dovremmo smaltire l’impianto tra 20 anni? Forse che i pannelli non sono garantiti per 25 anni? Forse che, scaduti gli incentivi del Conto Energia, l’impianto non continuerà a produrre chilowattora gratis? Prove di laboratorio indicano la durata del pannello fino a 80 anni, solo che non abbiamo uno storico che possa confermarcelo.Ipotizzando scenari lontani, infine, siamo comunque spinti a credere che fra qualche anno, con l’avanzare delle nuove tecnologie, si creerà anche un mercato dell’usato e che i pannelli utilizzati per vent’anni in Italia possano poi essere nuovamente sfruttati in Paesi più caldi e meno ricchi.