La prima di queste interazioni coinvolge le proteine p53 e Mdm4. La proteina p53 è un centro di comunicazione nelle nostre cellule con il compito di tradurre le informazioni contenute in un DNA danneggiato in una risposta corretta da parte della cellula. L’attività di questa proteina è controllata dalle proteine Mdm2 e Mdm4, le quali hanno il compito di fermare l’azione della p53 quando va tutto bene.
Le cellule cancerose nate dalla mutazione del DNA hanno due possibilità per rimanere vive: ridurre il più possibile la sintesi di p53 oppure aumentare la produzione di Mdm2 e Mdm4. In entrambi i casi la p53 non riesce a intervenire e la cellula tumorale riesce a sopravvivere. Gli scienziati hanno speso molto tempo nel tentativo di capire come lavorano le Mdm2 e Mdm4 ed è stato possibile grazie a farmaci che ne sopprimono gli effetti. Allo stesso modo è stato possibile analizzare l’effetto della soppressione della sola Mdm2, ma risulta più difficile farlo per la Mdm4 in quanto le molecole sono molto simili ed è complicato creare un agente che intervenga solo sulla Mdm4.
Grazie a Rosetta@home, l’obiettivo è quello di definire proteine che attacchino solo l’Mdm4 e non anche l’Mdm2. La speranza è quella di fornire agli studiosi uno strumento in più per capire meglio il funzionamento del centro di comunicazione definito dalla proteina p53 e portare avanti la ricerca di trattamenti dei tumori.
Finora grazie a Rosetta@home è stato possibile definire 26 proteine che dovrebbero attaccarsi all’Mdm4 e non all’Mdm2; molte di queste proteine si attaccano realmente all’Mdm4, ma, sfortunatamente, anche all’Mdm2. Si sta lavorando ora a un nuovo giro di proteine utilizzando un nuovo approccio che si spera funzioni.