Fuffari e non
Lo so, i miei post in questo blog cominciano ad essere numerosi ma spero di non annoiare nessuno di quelli che li leggono (al massimo, chiudete il browser e uscite a bervi una birra). Rileggendo i primi due articoli (e anche in seguito alla interessante discussione con il buon Hellcobra sull’”affaire Vannoni”) mi sono reso conto di aver parlato di casi singoli (omeopatia e il dottor S.), lasciando in secondo piano il metodo scientifico, i suoi pregi, i suoi difetti e chi (da qui in poi li chiamerò “i fuffari”) ritiene che il metodo scientifico non serva a nulla. Per fare questo dovrò, ahivoi, parlare anche di alcuni concetti come bias, doppio cieco, ecc, ma non preoccupatevi, cercherò, per quanto nelle mie possibilità di essere chiaro.
Errore di parallasse
Per introdurre i discorsi vi parlerò di quando (ero un giovane virgulto), la professoressa di educazione tecnica mi spiegò cos’è l’errore di parallasse facendomi fare delle misurazioni di un pezzo di metallo con il righello millimetrato. Le misure risultarono diverse in base alla mia posizione e, come prima cosa, pensai che il mio righello fosse difettoso ma, giustamente, la professoressa mi fece notare che ero IO, sbarbatello, che SBAGLIAVO le misurazioni, dacchè il righello e il pezzo di metallo erano sempre della stessa misura. Questo aneddoto mi permette di introdurre il concetto di bias, ovvero di errore sistematico che la nostra mente compie per il semplice motivo che……. essa è strutturata in una certa maniera e non in un'altra (Kant docet)!! Esistono molti tipi di bias (basta dare una scorsa su Wiki), ma oggi mi interessa analizzarne in particolare due, ovvero i Bias cognitivi personali e il Bias di conferma.
Bias cognitivi personali
I bias cognitivi personali sono, come nel caso dell’errore di parallasse, un NOSTRO problema, ovvero il fatto che la nostra mente tende a “trattare” i dati in entrata in un certo modo, e quindi produrre dati in uscita che possono essere falsati. E’ un problema ben noto nelle materie scientifiche/sperimentali e si cerca di limitarne gli effetti (è impossibile eradicare completamente i bias, NON esiste la ricerca assolutamente oggettiva, questo deve essere chiaro) attraverso una serie di tecniche apprese e affinate nel corso degli anni, come per esempio il doppio (o triplo) cieco o la peer-review degli studi. Un esempio di tentativo di superamento di questo bias si è avuto con la comparsa del metodo Zamboni per la cura della sclerosi multipla. Il dott. Zamboni, chirurgo vascolare, durante la sua quotidiana attività nota che “riaprendo” certe vene ostruite (operazione non senza rischi) i malati di sclerosi tendevano a migliorare e quindi, in un primo momento, il medico è portato ad unire i due fattori (CCSVI e sclerosi) in un nesso causa/effetto ma, essendo un buon medico e ricercatore, pubblica tutti i dati in suo possesso e chiede alla comunità scientifica internazionale di valutare la bontà della sua intuizione. La comunità scientifica, ovviamente, non aspettava altro per cominciare una serie di sperimentazioni internazionali che, a tutt’oggi, hanno attenuato la definizione della CCSVI come causa unica della sclerosi, ma ulteriori indagini sono in corso. Se il dott. Zamboni fosse stato un fuffaro NON avrebbe messo a disposizione di tutti i suoi dati e le sue metodiche e avrebbe strillato contro le Big Pharma e i poteri occulti in qualche trasmissione televisiva compiacente (vi ricorda qualcuno?).
Bias di conferma
Il bias di conferma è ancora più subdolo, in quanto la nostra mente tende a selezionare le informazioni che “ci danno ragione” e a scartare quelle che danno torto ai nostri pre-concetti (1). Un ricercatore che si sia fatto una sua idea su un determinato argomento sa bene che la sua mente tenderà sempre a validare la sua teoria più che ad inficiarla e per questo sottopone alle tecniche suddette (doppio cieco/peer-review) le proprie idee. Nei bias di conferma, per esempio, possiamo includere anche la categoria dei bias delle “credenze screditate”, ovvero il fatto che, nonostante una nostra convinzione sia stata sbugiardata da fatti successivi, in noi permane “l’impressione” di aver avuto ragione. L’effetto postumo della questione “Di Bella” è esemplare in tal senso, ovvero, nonostante sia stato stabilito che dal punto di vista scientifico quella cura NON avesse alcuna valenza (e in 15 anni non sono riusciti a produrre studi decenti), molta gente ci “crede” ancora e si affida al “si dice che”, “conosco uno che”, “ci sono studi in giro”.
Overdose di informazioni
Viviamo in tempi difficili (non solo economicamente) e la quantità di informazioni che la nostra mente quotidianamente riceve, anche solo con l’avvento di internet, è cresciuta in maniera esponenziale, causando un vero e proprio stress cognitivo. Interessante in tal senso una ricerca pubblicata recentemente che metteva in luce, analizzando fotografie di 30 anni fa di camere di bambini e foto di camere dei bambini di oggi, come sia aumentata di circa 28 volte la quantità di stimoli ricevuti dai nostri figli, senza che vi sia stato il tempo per il cervello umano di adattarsi a tale cambiamento (ci vogliono, di solito, svariate migliaia di anni per modifiche sostanziali della corteccia celebrale e dei percorsi sinaptici).
Questa overdose di informazioni causa, spesso, la non capacità di seguire correttamente i passaggi logici e storici di una determinata questione, di una teoria e ci si affiderà solo all’impressione, all’emozionalità del momento più che ad una serie di ragionamenti consequenziali e circoscritti. Un esempio molto recente è l’invasione da parte di sedicenti animalisti al centro di ricerca dell’Università di Milano per liberare ratti e conigli utilizzati per la ricerca su malattie terribili (2): semplicemente a questi “animalisti” manca la mentalità scientifica necessaria per comprendere la complessità del nostro mondo, manca l’idea del valore delle ricerche ivi condotte, relegandoli a livello dei dinosauri che, con l’arrivo del freddo intenso e prolungato, sospettarono che qualcosa non funzionasse ma non sappero darsene una spiegazione.
Perché riescono a colpirci?
I fuffari, ovviamente, sanno bene dove andare a colpire per ricevere l’attenzione che pensano di meritare, riuscendo a coinvolgere gli strati più profondi del nostro io, quello della salute/sopravvivenza e quello della compassione(3). Quando viene minacciato il primo strato, quello della propria sopravvivenza, della sopravvivenza delle persone che amiamo, quando qualcosa minaccia la specie umana, questo strato si “attiva” per proteggerci, disattivando tutti gli altri strati superiori, come quello della razionalità. E non occorre avere una bassa scolarizzazione o non essere acculturati, questi meccanismi di difesa a-razionali scattano istintivamente e i fuffari se ne approfittano: volete mettere parlare di meravigliose cure per i tumori o di mirabolanti cure per terribili malattie infantili che impatto emotivo possono avere? Avrete TUTTI dalla vostra parte a prescindere da qualsiasi valutazione razionale e scientifica delle vostre affermazioni.
Come sgamare un fuffaro
Adesso che sappiamo un po’ meglio come lavora la nostra mente e quanto facilmente essa sia in grado di auto-ingannarsi, possiamo stabilire alcune regole generali per capire come porvi rimedio e come i fuffari sfruttino tutto questo (bias, overdose di informazioni, ecc) per esporre le teorie più bislacche senza che si abbia la forza per controbattere(4)
- Il fuffaro non riporterà mai cifre, dati (o li riporterà solo in maniera parziale). Se siamo nel campo della medicina, esso dirà che ha curato X persone. Si, ok, ma quante di queste sono guarite? Com’è andato il follow-up? Oppure “Ho guarito Y persone”. Si, ma su quante? 5 su 5 è un miracolo, 5 su 10 è una buona cura, 5 su 2 milioni è fuffa.
- Il fuffaro dichiarerà, se cercate maggiori informazioni sulle sue affermazioni o se osate criticare la sua superba teoria, che “avete una mente ristretta” e che siete “succubi del metodo scientifico”.
- Il fuffaro sosterrà che manca un paradigma, che il metodo scientifico è “limitato” (lo sappiamo già di nostro, ma è sicuramente MOLTO meglio di quello che ci proponi tu, amico fuffaro).
- Il fuffaro sosterrà che non deve essere lui a dimostrare le proprie affermazioni, ma dovete essere voi a dimostrare il contrario. E no, non è facile dimostrare che NON esiste un Invisibile Unicorno Rosa o che una Teiera (5) non ruoti attorno alla terra.
- Il fuffaro sosterrà che la scienza non spiega tutto (e la medicina non cura tutto – e ci mancherebbe, prima o poi si muore, questo è il nostro essere), quindi non spiega niente (e non cura niente). Avete voglia a mostrare l’aumento dell’età media, il calo di morti per malattie un tempo incurabili, la migliore qualità della vita, ecc. Il fuffaro sa che qualcuno gli crede.
- Il fuffaro la sparerà grossa perché sa che più grossa è e più gente è disposta a credergli. C’è chi si beve la propria urina per farsi passare l’influenza (aspettare alcuni giorni e magari un po’ di tachipirina no, eh?), chi si fa sputare addosso per curare alcune semplici malattie della pelle, chi sostiene di poter curare l’autismo con l’omeopatia, figurarsi se i fuffari non trovano qualcuno disposto a credere loro.
- Il fuffaro sarà arrabbiato. Sarà arrabbiato perché ci saranno persone che non gli crederanno, perché ci saranno persone che ravviseranno in lui il fuffaro che è. E più sarà convito delle sue idee balzane, più sarà arrabbiato. Sarà arrabbiato in maniera antropologica, contro tutto e contro tutti, contro la Big Pharma, contro Bilderberg, contro l’HAARP, contro chi sostiene la giusta necessità di vaccinarsi (dal momento che i vaccini, è noto, vengono usati dagli UFO per decimare la popolazione mondiale e conquistarci facilmente - ho trovato pure questo in rete!).
Cosa fare, come reagire
Una volta scoperto il vostro fuffaro siete già a metà dell’opera (alcuni sono molto bravi a nascondersi dietro la piega di paroloni e frasi senza senso, tipo “proprietà quantistiche dell’acqua”, “risonanza herziana del DNA”), dopodichè dovrete solo cercare di ignorarli, lasciarli nel loro brodo di inutile arrabbiatura e altrettanto inutile tentativo di spacciarsi per geni e aspettare che Darwin faccia il suo lavoro.
(1) Molto interessante è l’Effetto Forer. http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Forer
(2) http://scienze.fanpage.it/contro-green-hill-libera-centinaia-di-animali-e-vanifica-anni-di-ricerca/
(3) Se avete voglia, leggete quanto scritto da Robert Arthur Wilson (che prese l’idea da Timothy Leary) sui circuiti di coscienza.
(4) http://giornidiordinariafollia.blogspot.it/2008/06/il-credo-del-fuffaro.html